Berlusconi e Ruby, a volte ritornano

Le vicende del Premier, Sivlio Berlusconi, tornano alla ribalta della stampa. In particolare si tirona sul caso Ruby Rubacuori.
Nel giorno in cui un altro militare italiano è rimasto ucciso in Afghanistan, notizia drammaticamente eclissata dai tabloid e da una cultura della comunicazione ormai malata in Italia, i mass-media non fanno altro che riportare i video esplicatori di Berlusconi e salotti più o meno illustri analizzare il futuro del paese.

Se da un lato c’è la rivendicazione, legittima, di poter fare nel proprio privato ciò che si vuole -nel video Berlusconi specifica inoltre che ha una relazione stabile con una donna presente nelle cene in cui si sarebbe consumati oltre ai piatti anche rapporti sessuali- dall’altro c’è un’Italia che tra il perdiodo di crisi, il malessere e la distanza incolmabile con la politica, le recenti tensioni universitarie per via della riforma Gelmini e il nuovo film di Antonio Albanese, che incarna il personaggio Cetto LaQualunque, il titratto dell’Italia è quello di una vecchia ignora di facili costumi, con le calze a rete strappate, vestita di colori vistosi che non le si addicono.

L’opposizione -quale- chiede le dimissioni del Premier, come se le sue dimissioni -giuste o sbagliate che siano- potessero fare il futuro del paese; un paese che parla parla parla, ma non fa proprio nulla.