I Meteora, potente band siciliana

Li ho chiamati e hanno risposto, non come la “vita che dice non disturbare”… è così che recita un passaggio di “Via Mameli”, interessante brano dei Meteora.

Oggi a farci compagnia questa band che è in radio con il loro nuovo brano, una ballata indie-rock dal gusto malinconico e dal testo solo apparentemente superficiale, in cui i nostri modi di dire e la nostra quotidianità sono sviluppati nei versi, ponendosi a metà fra le rime e le riflessioni sulla nostra vita.

I Meteora, che con grande gentilezza ci concedono il loro tempo e la loro intimità svelata nell’intervista, proseguono un percorso di singoli, che vedrà stabilizzarsi in un lavoro discografico di prossima uscita.

La band siciliana, proseguirà ininterrottamente, densa e potente come la lava del Mungibeddu, a noi non rimane che seguirli e ascoltare le loro interessanti pubblicazioni.

Com’è nata la vostra passione per la musica?  

La nostra passione per la musica, seppur con le particolarità dell’esperienza dei singoli componenti, viene per lo più dall’ambiente familiare. La musica è qualcosa che parla a tutti ed è accessibile a tutti, quindi è più o meno presente in tutte le nostre vite familiari, anche se poi i tempi portano i gusti su binari diversi da quelli paterni e materni.

Cosa significa e com’è nato il nome “Meteora”?

Il nome “Meteora” è nato assolutamente per caso. L’idea è venuta al primo bassista della band che, durante una prova, ci confidò di avere sempre desiderato suonare in una band con quel nome. Con il tempo abbiamo attribuito al nome un significato nostro, e ci piace credere di poter brillare un giorno proprio come una meteora, anche se per lo spazio di qualche secondo. In fondo, ognuno di noi vive proprio per quegli istanti.


Come è stato concepito il singolo “Via Mameli”?  

Ogni nostro brano nasce da esperienza reali, non necessariamente vissute dai componenti della band. Un po’ come avviene con i film con la famosa dicitura “Tratto da una storia vera”. Ecco, Via Mameli è la storia vera di un sentimento che cambia, passando dal grande amore alla dimensione più malinconica di ricordo. Senza mai trasformarsi in odio, come spesso accade in questi casi.

E com’è nato il suo videoclip?

Il videoclip di Via Mameli è nato in una lunga riunione pomeridiana con il videomaker. Seppur con le nostre idee, non avevamo chiaro in testa il modo in cui realizzarle concretamente in un video musicale. Il prodotto finale vede la luce grazie ad una sintesi tra le proposte, concrete, avanzate dal videomaker e le nostre idee, più generali.

 Raccontateci dei vostri album e se “Via Mameli” sarà contenuto in un nuovo lavoro discografico  

Via Mameli è il secondo singolo (il primo è stato Seitan) estratto dall’album Storyteller che uscirà tra qualche settimana. Rappresenta un punto di rottura importante con lo schema compositivo precedente, senza risultare disorientante né per noi né per chi ci ascolta da sempre. Indubbiamente è un lavoro più maturo e riflessivo, un po’ come tutti i brani contenuti in questo album. Nei primi lavori abbiamo registrato molto più di pancia, quasi dal vivo; in Storyteller è tutto molto più elaborato ma sempre molto diretto e immediato.

Quali sono le vostre influenze artistiche?  

Anche se è ben definito il genere della musica dei Meteora, quel che c’è dietro è molto più variegato di quanto possa sembrare. Anche per via delle differenze d’età, le nostre influenze, a grandi linee, vanno dalla musica italiana anni ’70 e ’80 e il progressive italiano e inglese anni ’60 e ’70 al pop/rock degli anni ’90 e del nuovo millennio.

Quali sono le vostre collaborazioni musicali?

Per il momento non abbiamo ancora collaborato con nessuno e la cosa ci dispiace un po’. Crediamo che la musica, come la vita, sia essenzialmente condivisione e contaminazione, quindi speriamo di rimediare il prima possibile alla cosa: stiamo lavorando a un featuring davvero molto interessante. Quindi, restate collegati.

Come state vivendo da artista e persona questo periodo del Covid-19?  

Questo periodo, di cui ancora non vediamo la fine, lo stiamo vivendo come tutte le altre persone, divisi tra lavoro (e università) e casa, con poco spazio per attività che fino a qualche tempo fa scandivano le nostre vite. Da artisti, questo periodo è, se possibile, ancor più angosciante, con spettacoli ridotti quasi al nulla e l’impossibilità di svolgere al meglio la nostra passione, visti i divieti imposti.

Quali sono i vostri programmi futuri?

I programmi futuri sono inevitabilmente condizionati dall’incertezza dei tempi. Quel che si può dire è che vedrà la luce il materiale realizzato prima della pandemia, mentre, per quanto riguarda il lungo periodo, abbiamo già messo le basi per i nostri successivi lavori in estate, quando la pandemia rallentava.